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Chi siamo *

Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali

DISAA

Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali – Produzione, Territorio, Agroenergia rappresenta la struttura dipartimentale di riferimento dell’Università degli Studi di Milano per le attività di formazione, ricerca e terza missione nel campo delle Scienze agrarie in senso lato. I tre pilastri sui quali è impostato sono la Produzione Vegetale, l’Ingegneria Agraria e le Scienze Animali. L’organizzazione delle attività di ricerca fa riferimento a gruppi di lavoro, spesso multidisciplinari, a cui afferisce personale docente, ricercatore, tecnico oltre ad assegnisti e dottorandi. I progetti sperimentali si realizzano in pieno campo, in impianti per colture protette o in allevamenti animali, presso aziende agricole o zootecniche, di UNIMI o private, e si completano presso i laboratori del dipartimento. In particolare, il Dipartimento DISAA si avvale di aziende agrarie che appartengono alla rete UNIMI, tra cui l’azienda didattico-sperimentale Menozzi di Landriano, partner del progetto La terra che non c’è, orticoltura sociale urbana.

Il progetto de La terra che non c’è, orticoltura sociale urbana ha la direzione scientifica del Prof. Ordinario Antonio Ferrante con il Prof. Associato Fulvia Tambone e il Ricercatore Giacomo Cocetta

Associazione culturale e agenzia di ricerca

T12 Lab

T12 Lab si occupa di design sociale, spazio pubblico, rigenerazione urbana con differenti strategie interconnesse tra loro: T12 Lab realizza progetti di inclusione e coesione sociale attraverso il recupero di aree degradate e dismesse della città con la costruzioni di reti e processi di cittadinanza attiva, nella precisa finalità di creare spazi pubblici creati da progetti di design sociale e arte urbana, visiva e performativa; T12 Lab realizza azioni di rigenerazione ambientale e inclusione sociale attraverso la formazione-lavoro di persone fragili (giovani e anziani) con progetti di orticoltura urbana fuori suolo nelle città, utilizzando terreni esausti o aree abbandonate e attivando processi di autocostruzione con le comunità guidati da enti di ricerca universitari nella sperimentazione di tecniche innovative di coltivo; T12 Lab produce oggetti unici o mini-serie con scarti industriali pregiati di aziende leader nel settore del product design e urban design, attraverso la formazione-lavoro di persone sorde da sempre presenti nella manifattura lombarda, coinvolgendo professionisti, tutor tecnici, studenti delle università del design e dell’architettura. 

La terra che non c’è, orticoltura sociale urbana è ideato e diretto da Elisabetta Bianchessi (architetto e community designer, presidente e socio-fondatore dell’Associazione T12 Lab), con la collaborazione di Pietro Grimoldi, Federico Marchini, Nicola Mazza (architetti), Marica Rossi (social designer), Stefano Sandoli (apprendista falegname)

Cooperativa Sociale

B-CAM

La Cooperativa sociale B-CAM svolge attività intorno ai temi della coesione sociale mediante un ruolo di facilitazione che punta a promuovere collaborazione tra persone, gruppi e istituzioni per favorire la soluzione e la gestione dei problemi in chiave partecipativa. Gli strumenti che utilizza sono il lavoro di rete, la comunicazione e l’animazione sociale. Lavora per fare crescere il protagonismo giovanile e per sviluppare competenze digitali, creatività culturale e animazione sociale. Le attività sono sempre realizzate in “rete” con altre realtà: a Milano nei quartieri Via Padova (in precedenza azioni all’interno del Laboratorio di Quartiere San Siro a cui ha fatto seguito il progetto comunale Laboratorio di Via Padova, l’intervento Coesione sociale 3.0, la progettazione e gestione di QuBì Loreto) Villapizzone, Baggio e nel milanese. Si dedica inoltre alla formazione attraverso la facilitazione di gruppi, l’apprendimento dall’esperienza ed i metodi d’azione

Cooperativa Com’in Terra Impresa Agricola Sociale

Cooperativa Sociale Comin

La cooperativa sociale Comin, è fortemente radicata nel territorio del Municipio 2 di Milano, dove agisce nel coinvolgimento degli abitanti del quartiere e nel lavoro di cura dei propri spazi pubblici. In particolare Comin intende intervenire sugli spazi più angusti e degradati che non solo non favoriscono l’incontro tra le persone ma diventano vere e proprie barriere alla socialità e al benessere delle persone. 
In tale processo di coinvolgimento degli abitanti sono incluse le persone più fragili che fanno riferimento agli interventi della cooperativa perché l’inclusione passa dalla partecipazione e dal protagonismo di tutti i cittadini, come dalla valorizzazione del contributo che ciascuno può dare ad un’opera collettiva.
Infine, è interesse della cooperativa creare ponti tra istituzioni e territorio perché i cittadini siano partecipi ai processi di rigenerazione urbana a fianco delle istituzioni locali in una logica di co-progettazione delle risposte ai bisogni delle persone.

Fanno parte della rete territoriale di produzione e distribuzione di alimenti orticoli de La terra che non c’è, orticoltura sociale urbana:

Tutte le fotografie del sito web
sono di Zoe Vincenti